Fin da quando ero ragazzina avevo un
sogno, il sogno di volare.
So che può sembrare strano, ma penso
che un po' di questo desiderio di poter volare sia nato quando ho
letto un libro che ho molto amato:
Il Gabbiano Jonathan Livingston.
Il Gabbiano Jonathan Livingston.
Riguardo a questo libro ci sono molte
scuole di pensiero e credo che chiunque l'abbia letto e amato vi
abbia trovato qualcosa di diverso rispetto agli altri.
Considerate che quando lo lessi la
prima volta avevo otto anni, e di conseguenza non ero in grado di recepire tutti i messaggi racchiusi in questo breve
romanzo; però questo meraviglioso uccello che cercava di volare in
modo perfetto ha fatto si che nei miei sogni di bambina il volo
diventasse qualcosa di magico e bellissimo.
In seguito ho letto altri libri di
Richard Bach, e indubbiamente questo non ha fatto altro che
rafforzare la mia passione per il volo.
Crescendo mia mamma ha dovuto
sopportare e tentare di spegnere ogni mia incursione in tutto ciò
che riguardava il volo.
Ho iniziato a passare tanto tempo con
il naso all'insù, guardando le scie lasciate dagli aerei, a sedici
anni volevo prendere il brevetto di pilota, poi ho iniziato a
sognare il deltaplano, il paracadute e il parapendio.
Non sono mai stata una grande sportiva, anzi direi che sono abbastanza pigra, ma la meraviglia e l'invidia che provavo quando vedevo il grandissimo Patrick de Gayardon ogni volta che portava a termine una delle sue imprese, non facevano altro che aumentare questo mio desiderio di “provare a volare”.
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Patrick De Gayardon e la sua tuta alare |
Nel
1996 andai in vacanza con un'amica a Juan Les Pins e, lontana
dell'ala protettiva della mamma, ho avuto la mia prima e fino a sei
giorni fa unica, incursione nel mondo del volo (ovviamente escludendo
l'aereo).
Dal molo dell'hotel in cui soggiornavo, ogni giorno c'erano
persone che provavano l'emozione del parachute ascensionnel, che
altro non è che il paracadute trainato dal motoscafo.
Ho
tentato di convincere la mia amica in tutti i modi e quando ho visto
che non ci sarebbe stato modo di convincerla a provarlo con me ho
deciso di farlo da sola.
La
ricordo ancora come un'esperienza bellissima che avrei tanto voluto
ripetere.
Spesso
ho detto a mio marito Gianni ed alle mie amiche che mi sarebbe
piaciuto provare a lanciarmi “in tandem” o con il parapendio o
con il paracadute, ma per un motivo o per l'altro si rimandava
sempre, dicevo sempre “un giorno lo farò”.
E
quel giorno è arrivato all'improvviso la scorsa settimana, quando la
mia amica Barbara mi ha chiesto se ero disposta a lanciarmi con lei
con il paracadute “in tandem”.
Mio
marito mi ha detto subito che era la mia grande occasione, quella che
inseguivo da una vita, e che sarei stata pazza a non coglierla al
volo.
E
così domenica 4 agosto 2013 alle 9 siamo partiti, destinazione
Cremona, presso il campo dello Sky Team Cremona dove, grazie anche alla mia amica Barbara, ho vissuto un'esperienza
meravigliosa che è assolutamente impossibile descrivere.
Come
si fa a spiegare a parole ciò che si prova a volare?!?
Che ti posso dire se non ... sei una grande.
RispondiEliminaE hai riacceso il mio desiderio, in realtà mai sopito, di provare, quindi a settembre tocca a me.
Che bello!!! Condivido in pieno i tuoi pensieri....
RispondiEliminama tu sei folle... anzi no, ha ragione gianni: sei una grande!!!! un mito, guarda!!!
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